Aotearoa Nuova Zelanda: discriminazione contro chi fugge dalla crisi climatica

10 Novembre 2025

Amnesty International

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Amnesty International ha accusato le autorità di Aotearoa Nuova Zelanda di attuare politiche discriminatorie nei confronti delle popolazioni delle isole oceaniche di Tuvalu e Kiribati, che si trovano a due metri d’altezza dal livello del mare e che rischiano di essere sommerse proprio a causa dell’emergenza climatica. Il terreno è sempre meno coltivabile perché intriso di acqua salina. Per avere acqua da bere occorre ricorrere sistematicamente ai depuratori. Kiribati dipende ormai interamente dalle importazioni di cibo.

Quelle popolazioni, insomma, sono punite due volte: da una crisi climatica di cui non hanno responsabilità e da un sistema discriminatorio adottato dallo stato con cui hanno maggiori legami storici e culturali, che non tiene conto di condizioni quali l’età, la salute o la disabilità, in violazione del diritto internazionale.

Il programma chiamato Permesso di soggiorno per l’accesso delle categorie residenti nel Pacifico prevede un limitato numero di posti a disposizione per le persone che sono cittadine di Kiribati, Tuvalu, Tonga e Figi ed è disponibile solo per quelle di età compresa tra 18 e 45 anni (con eventuali figli minorenni) che possano dimostrare di avere un’offerta di lavoro e di essere in “condizioni di salute accettabili”, in modo da non pesare sul sistema di sanità pubblica neozelandese.

Dunque, le persone malate croniche e quelle disabili sono escluse dal programma che, come se non bastasse, determina anche separazioni di nuclei familiari. Chi, all’interno di una famiglia, non rientra nel programma non ha altra scelta se non tornare indietro (o proprio non partire) o vivere in condizioni di irregolarità, senza poter usufruire dei servizi sanitari, col rischio di espulsione sempre in agguato.

Amnesty International ha sollecitato le autorità neozelandesi a rivedere profondamente le leggi in materia di permessi di soggiorno e a prevedere un congruo numero di visti per motivi umanitari per coloro, le persone più svantaggiate, che non rientrano nelle categorie beneficiarie del programma.

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