Aggiornamento 10/10/25 – Il gruppo Defend Our Juries ha organizzato la sua quarta azione di massa il 4 ottobre a Londra, e altri 488 manifestanti sono stati arrestati per aver protestato pacificamente contro il divieto imposto al gruppo Palestine Action, portando così il numero totale degli arresti a oltre 2100 in tutto il Regno Unito da quando il divieto è entrato in vigore all’inizio di luglio 2025. Finora circa 138 persone sono state accusate di reati legati al terrorismo ai sensi della legislazione britannica in materia di lotta al terrorismo, e ulteriori incriminazioni sono minacciate.
Aggiornamento 7/9/2025 – Altri 857 manifestanti sono stati arrestati a Londra lo scorso 6 settembre, andandosi così a sommare agli altri 700 arrestati per reati simili nei fine settimana precedenti. Da agosto, circa 114 persone sono state accusate di reati relativi alla legislazione antiterrorismo del Regno Unito e sono state minacciate ulteriori accuse. Il 2 settembre, sette esponenti di Defend Our Juries sono stati arrestati e rischiano pene fino a nove anni di reclusione per aver organizzato le proteste pacifiche.
Centinaia di persone sono state etichettate come “terroriste” solo per aver manifestato pacificamente.
Succede nel Regno Unito, dove 522 persone sono state arrestate a Londra il 9 agosto e altre 200 a Londra e in tutto il paese nei fine settimana precedenti, per essersi opposte in maniera pacifica al divieto introdotto il 5 luglio contro il gruppo “Palestine Action”. Da allora, 70 di loro sono state accusate di reati relativi alla legislazione antiterrorismo e sono già state annunciate ulteriori accuse.
Accuse di questo genere hanno conseguenze gravi e durature sulle persone: dalla sorveglianza ai danni reputazionali, dall’impatto sulla salute mentale a problemi sul lavoro.
Le leggi contro il terrorismo non devono essere usate contro le persone che manifestano per le loro idee. Chiediamo alle autorità del Regno Unito di ritirare le accuse esistenti e di non intraprendere ulteriori azioni contro persone arrestate e accusate semplicemente per aver esercitato il loro diritto alla libertà di espressione e di riunione pacifica.
Firma l’azione urgente
Direttore della Procura Generale dell’Inghilterra e del Galles, Steven Parkinson
E-mail: enquiries@cps.gov.uk
Direttore della Procura Generale dell’Irlanda del Nord, Stephen Herron
E-mail: info@ppsni.gov.uk
Lord Advocate, On. Dorothy Bain KC
E-mail: LordAdvocate@gov.scot
Egregi Direttori della Procura Generale dell’Inghilterra e del Galles, dell’Irlanda del Nord e Lord Advocate,
Da quando il divieto contro “Palestine Action” è entrato in vigore il 5 luglio 2025, oltre 2.100 persone sono state arrestate in tutto il paese per aver partecipato ad azioni di protesta pacifica contro la messa al bando.
La maggior parte di questi arresti è avvenuta a seguito delle proteste organizzate da Defend Our Juries (DOJ), un gruppo di attivisti di base. Al 10 ototbre, circa 138 persone in tutto il Regno Unito sono state formalmente accusate di reati legati al terrorismo, ai sensi della sezione 12 o 13 del Terrorism Act del 2000.
Il 28 settembre, la terza azione di massa del DOJ si è tenuta durante la conferenza annuale del governo britannico a Liverpool, nel nord dell’Inghilterra, dove i partecipanti che tenevano cartelli con la scritta “I oppose Genocide, I support Palestine Action” (“Mi oppongo al genocidio, sostengo Palestine Action”) sono stati arrestati. La quarta manifestazione di massa del DOJ si è svolta il 4 ottobre in Trafalgar Square, a Londra, dove sono stati effettuati altri 488 arresti.
Il 2 settembre, sette portavoce del DOJ sono stati oggetto di un’irruzione delle forze di polizia all’alba e arrestati ai sensi della sezione 12 del Terrorism Act. Sono stati poi rilasciati su cauzione, in attesa del processo fissato per il 22 giugno 2026. Amnesty International ha inviato osservatori alle proteste del DOJ a Londra (9 agosto, 6 settembre, 4 ottobre) e a Liverpool (28 settembre). In tutte queste occasioni, Amnesty ha osservato che i manifestanti che esponevano cartelli con la scritta “I oppose Genocide, I support Palestine Action” si comportavano in modo del tutto pacifico.
Il diritto internazionale in materia di diritti umani, al quale il Regno Unito è vincolato, sancisce che qualsiasi restrizione alla libertà di espressione e di riunione pacifica deve essere ragionevole, necessaria e proporzionata al raggiungimento di un obiettivo legittimo.
In questo contesto, la criminalizzazione è consentita solo quando la comunicazione incita alla violenza o promuove l’odio o la discriminazione. Esprimere sostegno a Palestine Action non soddisfa, di per sé, tale requisito.
La esorto a rispettare gli impegni del Regno Unito in materia di diritti umani, a ritirare le accuse e a non svolgere procedimenti giudiziari nei confronti delle persone che hanno partecipato alle proteste pacifiche a sostegno di “Palestine Action”.
Cordiali saluti
“Defend our Juries” è un gruppo attivista del Regno Unito che ha chiarito di non promuovere né sostenere la violenza.
Le persone arrestate hanno età, professioni e background molto diversi e un numero significativo di esse sono adulte e anziane. Le accomuna la volontà di esprimere pacificamente la loro indignazione per il genocidio in corso da parte di Israele contro le persone palestinesi della Striscia di Gaza occupata, un punto di vista che secondo il diritto internazionale dei diritti umani hanno il diritto di sostenere e divulgare pacificamente.
Numerosi movimenti per i diritti umani, tra cui Amnesty International, hanno documentato e denunciato ampiamente che i procedimenti penali ai sensi della legislazione antiterrorismo, anche senza una condanna, possono avere conseguenze gravi e durature sulle persone. Queste includono condizioni restrittive di libertà provvisoria, sorveglianza, danni reputazionali, impatto sulla salute mentale e conseguenze negative sull’occupazione, l’istruzione e i viaggi. Una condanna ai sensi di leggi come il Terrorism Act 2000 comporta conseguenze ancora più gravi: precedenti penali a vita, problemi con i visti e l’immigrazione, perdita di opportunità di lavoro, di ottenimento di attestati professionali e di accesso ai servizi, insieme a uno stigma sociale a lungo termine e a danni psicologici. Quando tali procedimenti giudiziari prendono di mira proteste pacifiche e disobbedienza civile creano un effetto dissuasivo, scoraggiando le persone dall’esercitare i propri diritti alle libertà di espressione e di protesta e dall’attivismo politico per paura di essere criminalizzate come “terroristi”.
Prima della protesta del 9 agosto a Londra, Amnesty International aveva esortato il capo della polizia metropolitana di Londra a rispettare i diritti dei manifestanti alla libertà di espressione e di riunione pacifica, non arrestandoli se avessero esposto cartelli con le loro richieste.
Amnesty International ha inviato le proprie raccomandazioni ai capi della polizia in Scozia e Irlanda del Nord e al Lord Advocate scozzese.
Gli arresti di manifestanti pacifici semplicemente per aver esposto cartelli con la scritta “I Oppose Genocide. I Support Palestine Action” violano gli obblighi internazionali del Regno Unito in materia di tutela della libertà di espressione e di riunione pacifica. I manifestanti hanno il diritto di esprimere pacificamente la propria indignazione per il genocidio in corso di Israele contro la popolazione palestinese a Gaza.
Secondo il diritto internazionale dei diritti umani, a cui il Regno Unito è vincolato, ogni limitazione imposta dallo stato deve essere legittima, necessaria e proporzionata all’obiettivo perseguito. Un’espressione di sostegno a un’organizzazione proscritta può essere soggetta a restrizioni solo se è probabile che inciti il pubblico a compiere atti di violenza in modo imminente. Nella valutazione di tale rischio devono essere presi in considerazione il contesto specifico, la natura del divieto e le caratteristiche dell’organizzazione interessata. In questo caso, non è giustificabile trattare l’espressione di sostegno a Palestine Action come un’istigazione intrinseca e generalizzata.
La giurisprudenza della Corte Europea dei diritti dell’uomo ha stabilito che i cartelli rientrano nella libertà di espressione, a meno che non costituiscano un’istigazione diretta ed esplicita.
La base giuridica per l’utilizzo della legislazione antiterrorismo per effettuare arresti e avviare procedimenti contro manifestanti pacifici è altamente discutibile, poiché l’Alta Corte ha autorizzato Palestine Action a chiedere una revisione giudiziaria del divieto imposto nei suoi confronti, suggerendo che esso potrebbe essere illegittimo. Continuare a effettuare arresti in queste circostanze rappresenterebbe un uso arbitrario del potere di polizia, con il rischio evidente di violare il principio di legalità. Non vi è alcun fondamento ragionevole per considerare i partecipanti alle azioni di Defend Our Juries come istigatori di violenza. Di conseguenza, arrestarli è sproporzionato e costituisce una chiara violazione degli obblighi internazionali del Regno Unito in materia di diritti umani. Inoltre, classificare tali individui come “terroristi” è profondamente inappropriato e assurdo.