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Il ragazzino napoletano che a scuola raccoglieva firme contro la pena di morte per Paula Cooper e Mumia Abu-Jamal sarebbe sorpreso di vedere oggi, da adulto, la sua storia fra quelle per cui Amnesty International si è mobilitata. Cosa è successo? Qual è la faccenda che ha allertato la più grande organizzazione non governativa a difesa dei diritti umani?
Per spiegarla, faccio un esempio. Immaginate di concedermi per qualche mese l’uso del vostro telefono cellulare, con tutti i dati che custodisce: immagini, video, conversazioni già avvenute (e la capacità di ascoltare quelle che avverranno), ovviamente con libero accesso a tutte le app, senza pin, password, impronta o riconoscimento facciale.
Voi immaginatelo, ma è successo per davvero. È accaduto a me e ad altri giornalisti italiani.
Immaginate di scoprirlo senza preavviso: ricevere un alert sul vostro telefono, restare sconvolti dalla notizia appena appresa, sottoporre il dispositivo a complesse analisi informatiche, per poi scoprire che vi era stato installato uno spyware. Uno spione digitale che si insinua con la ricezione di un semplice messaggio, senza alcuna azione da parte vostra.
Immaginate, inoltre, che questo spyware sia il famigerato Graphite, software della società israeliana Paragon, azienda di intelligence che vende questi prodotti, lei dice “solo a governi democratici”. Non un giochino per svuotare il conto corrente di utenti poco attenti, dunque, ma qualcosa che costa milioni di euro e viene usato, in teoria, contro narcos, terroristi, trafficanti di esseri umani.
Immaginatevi anche un’altra cosa: che la licenza per usare questo sofisticato sistema informatico ce l’avessero anche i servizi segreti italiani (da quando è esploso il bubbone non ce l’hanno più).
Voi immaginatelo. Però a me è accaduto per davvero.
Ora sapete cosa è successo al mio telefono, ma non sapete molto su chi sono. Mi chiamo Ciro Pellegrino, sono un giornalista professionista italiano e sono il capo della cronaca di Napoli del giornale online Fanpage.it. L’inizio della vicenda che mi riguarda risale ad aprile 2025: da allora la mia vita è cambiata, e non certo in meglio. Dopo aver sottoposto il mio iPhone a un’analisi indipendente (condotta dal Citizen Lab, con sede in Canada), l’ho consegnato alla Procura della Repubblica di Napoli che, insieme a quella di Roma, ha avviato indagini sull’accaduto.
Tra le vittime di Paragon, in Italia, ci sono ben due giornalisti di Fanpage.it: prima di me, a fine 2024, il direttore responsabile Francesco Cancellato aveva ricevuto lo stesso avviso, io da Apple, lui da WhatsApp, del gruppo Meta.
Non credo molto alle casualità. Sono convinto che qualcuno volesse spiare il nostro giornale.
I servizi segreti del nostro paese hanno sempre negato di aver condotto intercettazioni preventive con software simili su cronisti. Del resto, sarebbe un reato, visto che i giornalisti professionisti italiani sono soggetti tutelati dalla legge 124 del 2007.
Il Copasir, Comitato parlamentare di controllo sui servizi segreti, ad oggi non ha mai ritenuto di dovermi convocare. Dice che sta indagando, che qualcosa si saprà.
Intanto passano i mesi, il danno è fatto. Chiunque abbia deciso di spiare il direttore di Fanpage e il sottoscritto ha avuto tutto il tempo di nascondere le sue tracce.
Al quotidiano israeliano Haaretz, la società Paragon ha affermato che il modo per scoprire chi ha violato i telefoni dei giornalisti italiani ci sarebbe. I servizi segreti italiani dicono che non è vero.
Questa storia non è finita: in Europa ci sono altre persone spiate che ancora non hanno reso nota la loro identità.
È importante che su questa vicenda non cali l’attenzione. Uno spyware è a tutti gli effetti un’arma non convenzionale, ed è stata usata per aprire la “scatola nera” della mia esistenza, ovvero il mio telefono, che contiene dati sensibili, personali e professionali.
A me, ormai, il danno è fatto.
Ma il rischio concreto è che la sensazione di impunità autorizzi altre operazioni del genere.
E le prossime vittime potrebbero non essere giornalisti.
A cura di Ciro Pellegrino, giornalista di Fanpage.it