White house - cc by 3.0 us
Tempo di lettura stimato: 4'
In risposta al piano proposto dall’amministrazione Trump per porre fine al conflitto nella Striscia di Gaza, la segretaria generale di Amnesty International, Agnès Callamard, ha dichiarato:
“La priorità più urgente è porre fine al genocidio israeliano nella Striscia di Gaza e liberare tutti gli ostaggi civili. Qualsiasi iniziativa volta a garantire una pace duratura deve essere fondata sul diritto internazionale, tutelare i diritti umani di tutte le persone nel Territorio palestinese occupato e in Israele e concentrarsi sulla fine immediata dell’occupazione illegale e del sistema di apartheid israeliano”.
“I primi passi immediati devono essere un cessate il fuoco permanente, la revoca incondizionata del blocco illegale imposto da Israele per consentire la fornitura sicura e senza ostacoli di aiuti salvavita e la liberazione incondizionata degli ostaggi nelle mani di Hamas e di altri gruppi armati palestinesi e delle persone detenute illegalmente da Israele”.
“Indipendentemente dal fatto che le parti in conflitto concordino o meno su un piano di pace, gli stati devono agire, e farlo ora, per porre fine al genocidio, raggiungere un cessate il fuoco, garantire la liberazione degli ostaggi e consentire un accesso senza restrizioni agli aiuti umanitari. La fornitura di aiuti umanitari e la fine del genocidio israeliano nella Striscia di Gaza non possono essere subordinate, come prevede questo piano, all’accettazione o meno della proposta da parte di Hamas. Sono state uccise oltre 65.000 persone palestinesi, centinaia di migliaia sono rimaste ferite e la popolazione della Striscia di Gaza continua a vacillare a causa del terribile impatto di sfollamenti, distruzione e fame in corso da quasi due anni. Questa catastrofe, architettata da Israele e resa possibile dal sostegno degli Stati Uniti, deve finire, indipendentemente dal raggiungimento o meno di un accordo”.
“Allo stesso modo, il ritorno in libertà degli ostaggi civili e la scarcerazione di persone palestinesi detenute arbitrariamente devono essere incondizionati. Israele e Hamas devono entrambi porre fine alla pratica illegale di non restituire alle famiglie i corpi delle persone decedute”.
“La giustizia e la pace non possono escludersi a vicenda. L’apartheid e l’occupazione sono tra le cause di fondo dell’orrore che la popolazione palestinese sta vivendo e qualsiasi piano non riconosca questa realtà preparerà il terreno per nuove violazioni dei diritti umani”.
“Va respinto decisamente ogni piano che preveda trasferimenti forzati di persone palestinesi dalla Striscia di Gaza o dall’intero Territorio palestinese occupato, così come quelli tra una parte del Territorio e un’altra”.
“Ogni accordo che voglia durare a lungo dovrà assicurare il coinvolgimento delle persone palestinesi in ogni decisione sul futuro del Territorio palestinese occupato, sul suo governo e sulle questioni riguardanti i diritti umani, compreso quello al ritorno”.
Amnesty International ha notato con allarme l’affermazione del presidente Trump secondo il quale la sua amministrazione darebbe “totale sostegno” a Israele nel distruggere Hamas qualora quest’ultimo non accettasse il piano. La distruzione di Hamas, infatti, è stata ed è la giustificazione per il genocidio nella Striscia di Gaza. Se Hamas dovesse rifiutare il piano, gli Usa e Israele dovrebbero rimanere vincolati al rispetto del diritto internazionale tanto quanto lo stesso Hamas.