Foto: mobilitazione nazionale "Non Una Di Meno" | 22/11/25 Roma
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Un’indagine Ipsos per Amnesty International Italia – basata su 800 interviste a un campione rappresentativo di persone tra i 18 e i 75 anni – mostra una crescita significativa della consapevolezza sulla violenza di genere.
L’89 per cento delle persone intervistate ritiene che la violenza contro le donne sia diffusa e sette persone su dieci percepiscono un aumento del fenomeno negli ultimi anni, con una preoccupazione più marcata tra le donne.
A fronte di un dato Istat che indica 32 donne su 100 come vittime, almeno una volta nella vita, di molestie o violenze a sfondo sessuale, le persone intervistate ne stimano in media 49: una sovrastima che riflette il livello elevato di allarme percepito.
Nonostante questo clima, emergono segnali culturali incoraggianti: la maggioranza rifiuta i principali miti che minimizzano la violenza sessuale, come l’idea che il comportamento o l’abbigliamento della sopravvissuta “favoriscano” attenzioni indesiderate, o che serva resistenza fisica per definire la violenza. Permangono però minoranze significative che attribuiscono ancora parziale responsabilità alle sopravvissute o considerano alcune circostanze – flirt, uso di alcol, orari notturni – come elementi che renderebbero la violenza “più comprensibile”. Queste giustificazioni risultano più frequenti tra gli uomini.
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