In foto Rossella Brescia e Sadaf Baghbani all'Andaras Traveling Film Festival
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Intervista a Rossella Brescia
Ballerina, conduttrice radio, attrice ma anche attivista per i diritti delle donne. Da dove nasce questa esigenza?
Hai detto bene, è stata un’esigenza perché odio le ingiustizie. E ho letto tutte queste storie di donne che non possono vivere la loro vita e questa cosa mi ha fatto sempre molto arrabbiare. Mi sono unita ad Amnesty International perché so che fa delle grandi battaglie per loro, ho visto quello che fa concretamente giorno per giorno.
Insieme ad Amnesty hai avuto modo di incontrare Sadaf Baghbani (nella foto insieme a Rossella Brescia), attrice iraniana costretta a vivere con 147 proiettili in corpo, Parisa Nazari del movimento donna vita e libertà e Maysoon Majidi, accusata (e poi assolta) di favoreggiamento dell’immigrazione irregolare. Cosa ti ha colpito di queste donne?
Ho avuto modo di conoscere alcune di queste donne e mi ha colpito subito la loro forza, la loro tenacia, il coraggio delle idee. Nonostante le fragilità che abbiamo tutti, uomini e donne, parlando con loro ho sentito la voglia di combattere. Il loro coraggio è un atto di generosità infinita, sia per loro stesse che per quelle che verranno.
Può l’arte dare voce a queste donne?
L’arte, la cultura sono sinonimo di civiltà e se attraverso l’arte si può dar voce a queste donne, credo che siamo sulla strada giusta. Io cercherò di farlo, finché ne avrò la forza. Posso essere solo una cassa di risonanza, nel mio piccolo, ma lo farò. Quello che vivono queste donne è inaudito, sembra fantascienza, follia, eppure esiste. Quindi a gran voce, anche attraverso quello che faccio, continuerò a spendermi per queste battaglie.
A cura di Francesca Corbo, ufficio arte e diritti umani