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Aggiornamento 07/10/2025 – Saber Chaouachi ha ottenuto la grazia presidenziale ed è stato inaspettatamente scarcerato.
Da tempo, il sistema giudiziario tunisino agisce in appoggio alle politiche repressive del presidente Kais Saied, che ha assunto poteri eccezionali nell’estate del 2021.
Ne è stata ulteriore prova, venerdì 3 ottobre, la notizia della condanna a morte di Saber Chouchen, giudicato colpevole di tre gravi reati a causa di un post pubblicato su Facebook.
Con ogni probabilità l’esecuzione capitale non avrà mai luogo. Ma intanto il messaggio intimidatorio è arrivato a tutte le persone che vogliono esprimere critiche sulle piattaforme social.
Chouchen, lavoratore alla giornata e padre di tre figli, in detenzione preventiva dal gennaio 2024, è stato infatti condannato ai sensi della legge sui reati informatici del 2022 per tentativo di colpo di stato, offesa al presidente e diffusione di notizie false. Secondo i giudici, il suo post incitava alla violenza e al caos.
Durante il processo, l’avvocato di Chouchen ha spiegato che il suo cliente ha un’influenza pressoché nulla sulle piattaforme social: alcuni dei suoi post, peraltro originariamente scritti da altri utenti e meramente condivisi, non ottengono neanche un like.
Questa condanna a morte deve essere annullata, così come tutte quelle basate esclusivamente sull’esercizio pacifico dei diritti umani.
In Tunisia non si eseguono condanne a morte dal 1991.Ora è tempo di abolire una volta per tutte la pena più crudele.