Bene ma tardiva la revisione delle relazioni dell’Ue con Israele

21 Maggio 2025

Credit: Michele Spatari/NurPhoto

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Il 20 maggio la Commissione europea ha accolto la richiesta, sostenuta da 17 stati membri nel Consiglio dell’Unione europea, di valutare se Israele abbia violato gli obblighi previsti dall’articolo 2 dell’Accordo di associazione tra Unione europea e Israele, che riguarda il rispetto dei diritti umani e dei principi democratici. L’Italia ha ignominiosamente votato no.
Amnesty International aveva sollecitato i governi europei, compreso quello italiano, ad avviare una revisione dell’Accordo, in linea con gli obblighi degli stati membri dell’Unione europea di non commerciare né investire in modo tale da contribuire a mantenere l’occupazione del Territorio palestinese occupato – giudicata illegale dal Parere consultivo della Corte internazionale di giustizia del 19 luglio 2024 – e con gli obblighi di non fornire aiuti né assistenza alla commissione di crimini di diritto internazionale.
“Si è trattato di un primo passo positivo ma giunto drammaticamente tardi. Negli ultimi 19 mesi la sofferenza umana nella Striscia di Gaza ha raggiunto livelli inimmaginabili. Israele sta commettendo un genocidio con un’agghiacciante impunità”, ha commentato Eve Geddie, responsabile dell’ufficio di Amnesty International presso le istituzioni europee.
“Incoraggiati dalla mancanza d’azione dell’Unione europea e persino appoggiati da alcuni stati membri, i leader israeliani esibiscono il loro intento genocida. La politica non ufficiale di accomodamento verso Israele dell’Unione europea è contraria agli obblighi dei suoi stati membri e sarà giudicata per sempre negli annali della storia”, ha aggiunto Geddie.
“Non c’è tempo da perdere, ogni giorno di ritardo costa vite umane nella Striscia di Gaza. L’Unione europea e i suoi stati membri devono vietare commerci e investimenti che possano contribuire al genocidio e ad altre gravi violazioni del diritto internazionale”, ha sottolineato Geddie.
“L’Unione europea deve sospendere tutti i suoi commerci con gli insediamenti israeliani e i suoi stati membri devono interrompere i trasferimenti di armi a Israele. Sono azioni fondamentali da compiere se si vuole tener fede alla responsabilità di impedire il genocidio ed evitare di esserne complici”, ha  proseguito Geddie.
“La posta in gioco è troppo alta. Se, come blocco, l’Unione politica non rispetterà i suoi obblighi e cercherà di aggirare i suoi chiari obblighi giuridici, gli stati membri dovranno sospendere unilateralmente ogni forma di cooperazione con Israele che possa contribuire a violazioni del diritto internazionale. Amnesty International solleciterà una revisione concreta dell’Accordo di associazione che tenga conto delle prove di tali crimini e degli standard internazionali sui diritti umani”, ha concluso Geddie.