La campagna per Julian Assange libero

24 Giugno 2025

Opera della street artist Laika - Londra, 20 maggio 2024

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“Le parole non possono esprimere la nostra immensa gratitudine a VOI, sì VOI, che vi siete mobilitati per anni e anni per far sì che questo diventasse realtà. Grazie. Grazie. Grazie.”
Il ringraziamento di Stella Morris, moglie di Julian Assange, a tutte le persone che hanno sostenuto la campagna #FreeAssange

 

2010: la violazione

Julian Assange è un giornalista, programmatore e attivista australiano, noto soprattutto per essere il co-fondatore e caporedattore di WikiLeaks, il sito web lanciato nel 2006 e utilizzato per portare alla luce crimini di guerra e violazioni dei diritti umani che altrimenti sarebbero rimasti nascosti. WikiLeaks cattura l’attenzione internazionale nel 2010, quando fa trapelare una serie di notizie fornite da Chelsea Manning su possibili crimini di guerra compiuti dagli Usa durante la guerra in Iraq. Il 28 novembre 2010 WikiLeaks rende di pubblico dominio oltre 251 mila documenti diplomatici statunitensi, molti dei quali etichettati come “confidenziali” o “segreti”.

Julian Assange viene arrestato l’11 aprile 2019 in base a un mandato del 2012, quando, invece di consegnarsi a Scotland Yard per essere estradato in Svezia ed essere interrogato in merito ad accuse di stupro, si era rifugiato nell’ambasciata dell’Ecuador a Londra per chiedere asilo, concesso dall’allora presidente Rafael Correa che ritenne fondate le preoccupazioni che l’estradizione in Svezia lo esponesse al rischio di estradizione negli Stati Uniti, dove dal 2010 era in corso un’inchiesta del Grand Jury di Alexandria, in Virginia, per la pubblicazione dei documenti segreti del governo americano.

Nel novembre 2019 le autorità americane hanno, inavvertitamente, rivelato che esisteva un mandato di arresto coperto da segreto contro Julian Assange.

 

Azioni di solidarietà

La campagna globale di Amnesty International per la libertà di Julian Assange è durata 14 anni e si è conclusa il 25 giugno 2024, dopo che il giornalista si è dichiarato colpevole di cospirazione per aver ottenuto e divulgato documenti statunitensi classificati.

Nella campagna per la sua scarcerazione, abbiamo più volte sottolineato che la sua persecuzione ha avuto un “effetto paralizzante” sul diritto di giornalisti e informatori di denunciare corruzione, criminalità e abusi di potere e sulle conseguenti minacce alla trasparenza e alla responsabilità di chi governa.


Tenere alta l’attenzione

Il nostro impegno, negli anni, ha visto la realizzazione di innumerevoli iniziative affinché il caso di Julian Assange non venisse dimenticato. Per citarne alcune: il 20 maggio 2024, giorno in cui l’Alta corte di giustizia britannica avrebbe deciso le sorti del giornalista, la street artist Laika ha realizzato a Brick Lane, Londra, l’opera “Melt the chain”; nello stesso anni gli artisti Dario Morgante e Gianluca Costantini hanno pubblicato la graphic novel ‘Julian Assange, Wikileaks e la sfida per la libertà d’informazione’, edita da Altreconomia e patrocinata da Amnesty International, con testi di Riccardo Noury e Sheila Newman.

Illustrazione di Gianluca Costantini

cifre

2024: il cambiamento

Il 25 giugno Julian Assange è stato liberato su cauzione dalla prigione londinese di Belmarsh ed è salito su un aereo all’aeroporto di Stansted, a nord di Londra, in direzione del suo paese natio, l’Australia.
Assange ha fatto la sua prima apparizione pubblica ad ottobre, dichiarando all’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa di aver scelto

“la libertà piuttosto che una giustizia irrealizzabile. Non sono libero oggi perché il sistema ha funzionato. Sono libero oggi dopo anni di carcere perché mi sono dichiarato colpevole di giornalismo. […] Mi sono dichiarato colpevole di aver ottenuto informazioni da una fonte e mi sono dichiarato colpevole di aver informato il pubblico di quali fossero tali informazioni. Non mi sono dichiarato colpevole di nient’altro… La criminalizzazione delle attività di raccolta di notizie è una minaccia per il giornalismo investigativo ovunque”.