L’accordo Ue-Israele va sospeso ora

10 Luglio 2025

Amnesty International

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In vista della riunione dei ministri degli Esteri dell’Unione europea, in programma a Bruxelles il 15 luglio per decidere se sospendere l’accordo di associazione tra Unione europea e Israele, Eve Geddie, direttrice dell’Ufficio di Amnesty International presso le Istituzioni europee, ha dichiarato:

“È un momento cruciale per l’Unione europea e i suoi stati membri. Per anni l’Unione europea ha rimandato l’adozione di misure concrete e ha negato o addirittura giustificato le gravi violazioni del diritto internazionale compiute da Israele. Ora, secondo la sua stessa valutazione, è evidente che Israele non stia rispettando gli obblighi previsti dall’accordo di associazione”.

“Quando i ministri degli Esteri si incontreranno, la prossima settimana, ci potrà essere una sola conclusione: sospendere l’accordo. Qualsiasi altra decisione rappresenterebbe un via libera a Israele per proseguire il suo genocidio nei confronti della popolazione palestinese della Striscia di Gaza, la sua presenza illegale nell’intero Territorio palestinese occupato e il suo sistema di apartheid contro tutte le persone palestinesi sulle quali esercita controllo”.

“L’Unione europea e i suoi stati membri hanno l’obbligo di vietare ogni forma di commercio e investimento che possa contribuire a queste gravi violazioni. Ogni giorno in cui l’Unione europea continua a non agire aumenta il rischio di complicità con le azioni di Israele”.

“L’ostinazione di una minoranza di stati membri che rischia di bloccare la sospensione dell’accordo non deve impedire al resto dell’Unione europea di adempiere ai propri obblighi ai sensi del diritto internazionale. Se l’Unione europea in quanto tale non sarà in grado di arrivare alla sospensione dell’accordo di associazione, saranno i singoli stati membri a dover agire, sospendendo unilateralmente ogni forma di cooperazione con Israele che possa contribuire alle sue gravi violazioni del diritto internazionale”.

Ulteriori informazioni

Il 23 giugno la Commissione europea ha presentato ai ministri degli Esteri dell’Unione europea una timida revisione dell’accordo di associazione Unione europea-Israele. La valutazione ha confermato che Israele sta violando gli obblighi in materia di diritti umani ma non ha proposto alcuna misura concreta da adottare. L’Alta rappresentante Kaja Kallas ha dichiarato che avrebbe contattato Israele per “esaminare come migliorare la situazione sul terreno”, rimandando così qualsiasi azione significativa.

Nel frattempo, la situazione nella Striscia di Gaza è drasticamente peggiorata. Israele continua a utilizzare la fame della popolazione civile come arma di guerra, nell’ambito del genocidio in corso. Ogni giorno persone palestinesi vengono uccise mentre cercano di accedere al cibo presso i punti di distribuzione controllati militarmente. All’inizio di questa settimana il ministro della Difesa israeliano Israel Katz ha apertamente invocato il trasferimento forzato di 600.000 persone palestinesi: un piano che, secondo quanto riferito, sarebbe appoggiato dalla Gaza Humanitarian Foundation.

Nel resto del Territorio palestinese occupato le persone palestinesi continuano a subire attacchi sempre più violenti da parte di coloni sostenuti dallo stato israeliano e operazioni militari che causano morti, feriti e il trasferimento forzato di intere comunità.

Il 15 luglio i ministri degli Esteri dell’Unione europea dovrebbero votare su una serie di possibili misure tra cui la sospensione integrale dell’accordo, la sospensione delle sue disposizioni in materia commerciale e/o scientifica, l’imposizione di sanzioni nei confronti di funzionari israeliani coinvolti in crimini internazionali e/o di coloni e un embargo sulle armi. Amnesty International si è unita a 186 organizzazioni per i diritti umani, umanitarie e sindacali per chiedere la sospensione dell’accordo di associazione tra Unione europea e Israele.