Amnesty International
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Alla vigilia del 30° anniversario del massacro di Srebrenica, che nel 2007 la Corte internazionale di giustizia qualificò genocidio e nel corso del quale l’esercito serbo-bosniaco uccise oltre 8000 ragazzi e uomini musulmani bosniaci, la vicedirettrice di Amnesty International per l’Europa Dinushika Dissanayake ha diffuso questo commento:
“Mentre ricordiamo questo solenne anniversario e onoriamo la memoria delle vittime, dobbiamo ringraziare le famiglie di queste ultime e organizzazioni come le Madri di Srebrenica, che da 30 anni sono alla costante ricerca di verità, giustizia e riparazioni”.
“Sebbene molti dei responsabili siano stati portati di fronte alla giustizia, l’anniversario dell’11 luglio ci ricorda dolorosamente che mancano all’appello ancora circa 1000 persone, presumibilmente assassinate a Srebrenica nel 1995. Le loro famiglie continuano a vivere senza ricevere risposte, senza la possibilità di dare sepoltura ai loro cari e senza chiudere realmente il ciclo del lutto”.
“Non solo fanno i conti con un trauma che perdura, ma le famiglie delle vittime subiscono anche gli affronti di alti funzionari che negano quanto accaduto a Srebrenica e glorificano le persone condannate per genocidio e crimini contro l’umanità. Negare il genocidio è non solo una profonda offesa alle vittime e alle loro famiglie ma anche il rifiuto di riconoscere sentenze definitive di tribunali internazionali che hanno stabilito, oltre ogni ragionevole dubbio, che gli atti commessi a Srebrenica hanno costituito genocidio”.
Nonostante i principali responsabili del genocidio di Srebrenica, come Ratko Mladic e Radovan Karadzic, siano stati condannati in via definitiva, c’è ancora un lungo elenco di processi da celebrare nei tribunali locali della Bosnia ed Erzegovina.
Nel 2024 l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha proclamato l’11 luglio Giornata internazionale di riflessione e commemorazione del genocidio del 1995 di Srebrenica.
Dinushika Dissanayake prenderà parte alle cerimonie in programma l’11 luglio a Srebrenica.